Mi dissocio

A poco più di un mese dalle elezioni, la sfiducia nel mondo politico è palpabile. Per quanto il fenomeno possa venir minimizzato dai diretti interessati – ossia coloro i quali svolgono campagne elettorali tra sorrisi e strette di mano, cartelloni pubblicitari e promesse -, molto spesso non viene considerato un dato fondamentale. Il 35% degli italiani, stando alle statistiche relative alle votazioni dell’anno scorso, non si reca nemmeno alle urne. E sugli effettivi ivi portatisi, un 6,4% (circa un ulteriore 3,3% degli aventi diritto) rappresenta schede bianche, nulle o contestate, rendendo così l’astensionismo il maggior partito politico italiano.

Sembra improbabile che le ragioni di questo rigetto sommario siano da ricercarsi nella mancata voglia di alzarsi dal letto o dalla tavola, oppure nel serbatoio della vettura vuoto, ovvero nella rottura di scatole per la ricerca di parcheggio in prossimità della scuola. Nemmeno, più seriamente, una carenza di ideali o un’incertezza sul simbolo preferito (ed associato candidato) potrebbe esser causa di pregiudizio. Pure quando possibili punti di riferimento emigrano in vecchie e nuove piazze. Ai rappresentanti si guarda sempre più con diffidenza e molti, per lo meno quelli che riescono ad edificare una propria coscienza, senza farsi attrarre da visi “photoshoppati” e fiumi di parole, preferiscono – forse – una forma di anarchia, ignorando le preferenze disponibili sulle schede.

Non tanto per i contraddittori e le accuse particolareggiate tra membri di opposti schieramenti (allo stato sono purtroppo orrida parte del gioco), quanto per ciò che gravita intorno a loro. Esempi banalissimi (tra i molteplici): un cantante viene escluso da Sanremo perché ammette di aver fatto uso di stupefacenti e subito qualche onorevole (non c’era nulla di più urgente di cui occuparsi?) rilascia dichiarazioni di spregio in proposito; tuttavia, nemmeno due settimane dopo, viene pubblicata la notizia secondo la quale un parlamentare, sottoposto a regolare test, ha sniffato cocaina.

Non solo: vengono annunciate lotte alla criminalità all’interno delle liste, ma nelle stesse sono presenti nomi di rinviati a giudizio o persino condannati definitivi. Inutile tirare fuori storie su “stati di polizia”, “intercettazioni pari a secchiate di fango”, e così via. Se c’è della melma bisognerebbe ripulirla all’origine, non dopo l’utilizzo di strumenti previsti dai codici di procedura (e conseguenti spese). Non è un controsenso che dichiarazioni di simile tenore provengano dai vertici della Repubblica?

Uno dei casi più recenti, che può ulteriormente concretizzare il motivo per cui un terzo degli elettori tralascia le operazioni di voto, riguarda il senatore Di Girolamo, in forza al PdL. Eletto nella circoscrizione Estero, quest’ultimo si è trovato coinvolto in un pericoloso intreccio tra mafia – votazioni – ipotesi di truffa e riciclaggio. Ovviamente, già ciò dovrebbe costituire un pregiudizio nei suoi confronti, salvo smentite, prove inequivocabili a favore, dimostrazioni inconfutabili di non colpevolezza. Come volevasi dimostrare, in questa circostanza c’è stata la reazione dell’esponente del centro-destra – “ho appreso dai giornali”: davvero? E gli avvisi di garanzia e di fine indagine? Un giornalista che lo pressava ha esclamato addirittura qualcosa simile a “sta prendendo in giro la stampa?” – , ma c’è stata anche una richiesta di custodia cautelare precedentemente avanzata. Foto e rilevazioni audio, infine, lasciano intendere una precisa realtà.

Con un clima del genere, dove qualcuno, su ai Palazzi, teme esplicitamente per “la stabilità del sistema” (ignorando le centinaia di migliaia di consumatori letteralmente fregati), sarebbe strano sorprendersi di tanta delusione da parte del popolo. Sovrano.

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P.s. 1 All’ “Isola dei Famosi” n° 7, oltre alla caduta della Ventura, si annovera lo sbarco, tra i non-VIP, di una certa “Tracy Fraddosio”. La signorina in questione, nella scorsa tornata, si era candidata al comune di Bari nelle file del PSDI. Non è stata eletta, ma aveva idee ben chiare… [grazie a Ludovico e Dino]

P.s. 2 Sulla condanna subita in primo grado da Google per il video delle vessazioni su un ragazzo down, tra i tanti, hanno “scritto lo scrivibile” Metilparaben, Tooby, .mau. e Gilioli. Difficile aggiungere altro.

P.s. 3 Sempre Tooby chiarisce bene gli effetti della prescrizione in particolari “casi“. Una nota: prescrizione non significa assoluzione, nonostante, a volte, qualcuno (frainteso?) lascia intendere l’esatto contrario.

P.s. 4 Oggi pomeriggio su Canale 5 è andata in onda un’intervista “confidenziale” tra Barbara d’Urso e il candidato presidente alla Regione Lombardia (dubbio, come Errani in Emilia Romagna) Roberto Formigoni. “AnnoZero”, in serata, ha avuto invece come ospite Morgan (e non di certo per pubblicizzare le droghe, sic). Par condicio.

P.s. 5 Auguri di pronta guarigione per Rita Levi Montalcini.

P.s. 6 Venti anni fa moriva Sandro Pertini. Le sue parole sono ancora attuali.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. vito ha detto:

    Se ti posso fare una critica, tutti i dati sull’affluenza alle urne non è documentata con link

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